Il Novecento è forse il secolo in cui la poesia dialettale allarga di più il suo dominio contenutistico e formale, staccandosi da registro comico e contenuti folklorici per giungere a facoltà espressive paragonabili a quelle della coeva poesia in lingua. In modo solo apparentemente paradossale, ciò accade nel secolo in cui l’italiano si impone come «strumento linguistico interregionale» (Stussi) per via (riassumendo un po’ apoditticamente) del propugnato monolinguismo fascista, dell’aumento della scolarizzazione, dello sviluppo/diffusione dei mezzi di comunicazione (giornale, radio, televisione), delle migrazioni interne conseguenti al boom economico. Ma proprio il trasformarsi dell’italiano in lingua d’uso-standard fa sorgere in molti scrittori del Novecento forme di ‘insofferenza’ verso una lingua egemone avvertita da un lato come letterariamente inespressiva, e dall’altro come ‘subdola’, poiché il rapporto tra l'italiano e le lingue regionali, che era stato a lungo di bilinguismo, muta in diglossia, sbilanciandosi sull’asse diastratico. Ecco perché tra i vari momenti per inquadrare il fenomeno della poesia dialettale si è scelto il XX secolo (in particolare dal primo decennio agli anni ’70): sarà interessante studiare la poesia dialettale come reazione − in senso, si direbbe, quasi ‘chimico’ − ai vari fattori di italianizzazione linguistica dell’Italia: in questo secolo, servirsi «del dialetto, servirsene, cioè all’interno di questa sommatoria di fattori negativi, signific[a] allora saperlo assumere criticamente: vale a dire in una prospettiva suscettibile di rovesciare il negativo in una forma possibile di positività.» (Agosti). Proprio per questa ragione, oltre alla lettura e all’analisi dei testi poetici, molta attenzione sarà dedicata alle testimonianze e agli auto-commenti dei poeti sulle ragioni del loro uso del dialetto.

Salvo pochi nomi imprescindibili, la poesia dialettale del Novecento presenta un canone estremamente variabile. Si è scelto di circoscrivere geograficamente il campo all’Italia nord-orientale per ragioni non solo di vicinanza linguistica rispetto a chi scrive, ma anche per il riconosciuto valore delle esperienze poetiche sorte in quest’area: (tempo permettendo) si studieranno i testi di Biagio Marin, Virgilio Giotti, Pier Paolo Pasolini, Giacomo Noventa, Andrea Zanzotto ed Ernesto Calzavara.